Il Senato ha approvato il Ddl 1261 in materia di cyberbullismo
Come anticipato nei seminari e convegni della nostra associazione, prosegue spedito il cammino del disegno di legge Ddl 1261 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” che è stato approvato in data 20 maggio 2015 dal Senato. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera.
La senatrice piemontese prof.ssa Elena Ferrara (Pd), prima firmataria del Ddl, nella dichiarazione di voto al Senato ha rappresentato la complessità di tale fenomeno che interseca tanti saperi: psicologia evolutiva e psichiatria, sociologia, scienze dell’educazione e della comunicazione, filosofia e ovviamente il diritto. Il cyberbullismo di per sé non è un reato, ma le azioni che lo caratterizzano possono essere penalmente perseguibili, quali ad esempio minacce, diffamazione, furto d’identità. Emerge la mancanza di adeguata formazione, prevenzione e misure concrete. La presente legge si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela ai minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti.
Il fenomeno pone la questione giuridica su un piano rieducativo, coerente con le procedure attivate dai servizi di giustizia minorile, in linea con i principi ribaditi dal Garante per l’Infanzia.
Un intervento strutturato ed esteso a tutto il territorio nazionale è stato individuato dalle Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, presentato dal Ministro dell’istruzione in aprile e per il quale sono previste opportune risorse. Emerge chiaramente la necessità di sostenere la formazione del personale scolastico. Le indagini e le esperienze educative condotte in questi anni in Italia e in Europa hanno evidenziato questa esigenza ed offerto una pluralità di modelli di intervento (per esempio attività di peer education).
Il Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino, attivo anche sulla tematica del cyberbullismo, ha inviato nel mese scorso un sintetico contributo per la disamina del testo del disegno di legge, con alcuni rilievi ed osservazioni migliorative.
Cosa si intende per cyberbullismo?
“Per «cyber-bullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”
Principali novità contenute nell’articolato:
– Rafforzamento del ruolo dell’educazione nelle scuole e della formazione;
– Potenziamento del ruolo della polizia postale;
– Ammonimento verbale del questore ai minori ultraquattordicenni, responsabili di atti di cyberbullismo, al fine di renderli consapevoli del disvalore e del carattere lesivo dei propri gesti, per evitare che siano sottoposti a un processo penale;
– I minori ultraquattordinenni , oltre ai genitori o ai soggetti esercenti la responsabilità del minore, potranno richiedere al titolare del trattamento dei dati o al gestore del sito l’oscuramento, la rimozione o il blocco del materiale lesivo;
– In caso di mancato accoglimento della richiesta entro le 12 ore successive al ricevimento dell’istanza, e in ogni caso se entro 48 ore non si sarà provveduto all’oscuramento, rimozione o al blocco del materiale lesivo , l’interessato potrà rivolgersi al Garante della Privacy, che interverrà entro le successive 48 ore.
Testo del Ddl 1261 approvato al Senato il 20 maggio 2015