Il disegno di legge sul bullismo e cyberbullismo: rischio di facili derive

La scuola non è una prigione

Il  fencodingomeno del bullismo/cyberbullismo sta per essere disciplinato in Italia dalle Camere con l’approvazione del disegno di legge Dl n. 1261 ad oggetto: “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, prima relatrice senatrice prof.ssa Elena Ferrara.

Il  sopra citato disegno di legge  aveva, nel suo disegno originario, finalità educative, di informazione, di prevenzione  e di sensibilizzazione e di tutela dei ragazzi ed era stato approvato all’unanimità dal Senato  nel 2015.

Nel luglio 2016 il sopra citato disegno di legge  è stato completamente stravolto dalle Commissioni parlamentari  Giustizia e Affari Sociali che hanno ripreso alcuni articoli di altri disegni di legge in materia.

Vediamo insieme quali sono le novità apportate in Luglio:

la fattispecie di  bullismo/cyberbullsimo, da fenomeno che riguarda solo i ragazzi in età scolare è stato esteso  a tutti compresi  gli adulti!   è stata introdotta una definizione poco chiara di bullismo e non coerente con le definizioni tecniche  introdotte dalla dottrina e dalla ricerca in materia;

– è stato introdotto un chiaro inasprimento penale con la previsione di  reati e aggravanti penali;

-sono stati introdotti  meccanismi di notice takedown  a carico dei siti, piattaforme blog che dovranno rimuovere i contenuti offensivi  postati entro 24 ore; se non lo faranno  interverrà direttamente  il Garante per la protezione dei dati personali: tale meccanismo  presenta molteplici criticità in quanto implica concreti rischi di censura e di erosione della libertà di espressione e di critica in quanto la  procedura in esame è attivata senza alcun controllo, verifica di autorità pubbliche (magistratura, forze di polizia), senza garanzie, senza trasparenza,  ma demandata a imprese private, multinazionali con rischi di arbitrio. Si segnala a riguardo in materia di meccanismi di gestione delle segnalazione di post offensivi sui  social media l’interessante esperimento condotto dall’associazione  Carta di Roma descritto nell’articolo: “Hate speech: abbiamo segnalato a Facebook 100 commenti che incitano all’odio, 91 sono ancora o line” che ci fa aprire gli occhi sulla sostenibilità di certe soluzioni.

Il disegno di legge Ferrara aveva il merito di tentare di mettere al centro i ragazzi, aumentare la consapevolezza in materia di bullismo, cyberbullismo con la previsione di una rete di referenti interni nelle scuole , peer education: ora, con le sopra citate modifiche può diventare uno strumento dannoso .

Chi vive a contatto con i nostri  ragazzi, è consapevole che gli episodi di bullismo sconvolgono la comunità scolastica e provocano sofferenza, patimento:  danni temporanei e potenziali danni  irreversibili alla salute delle persone. La risposta a questi fenomeni  non può essere solo repressiva e di carattere penale: sarebbe una sconfitta totale del sistema educativo, delle nostre famiglie e della stessa società.

Il  bullo (che è sovente egli stesso vittima) deve comprendere il disvalore dell’atto  violento compiuto non attraverso  una sanzione  penale ma attraverso un percorso condiviso di ascolto, confronto con la vittima e i suoi pari.

L’associazione Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea  Torino (Csig Ivrea Torino www.csigivreatorino.it) da alcuni anni attiva  in materia ha promosso, con altre associazioni, attraverso un blog pubblico,   un appello di sensibilizzazione  sul disegno di legge in oggetto  al fine di tornare allo spirito e finalità originarie del disegno di legge .

L’associazione  con altri  esperti   ha inviato  proposte di possibili emendamenti  al Gruppo Innovazione  dei deputati  attraverso On.  Stefano Quintarelli e ha partecipato alla tavola rotonda  in materia svoltosi presso il Centro di ricerca Nexa su internet e società del Politecnico di Torino

Si è evidenziato, nelle proposte di emendamenti che il disegno di legge  riportava una definizione di bullismo incompleta che non rispecchia le evidenze emerse dalla dottrina e dalla ricerca europea ed internazionale in materia.

Secondo il prof. norvegese Olweus, uno dei massimi esperti accademici in materia: uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni”.

Perchè si possa parlare di bullismo occorrono la presenza di tre elementi costitutivi  e contestuali:

  1.  un’aggressione, fisica o verbale
  2.  la ripetizione dei comportamenti nel tempo
  3. uno squilibrio di potere o di forza

Se non ci sono questi elementi non siamo di fronte ad episodi di bullismo.

Nella  definizione di bullismo riportata nel disegno di legge  era completamente  assente il profilo di squilibrio fra autori di bullismo e vittime  e di reiterazione.

Nella definizione mancavano i  riferimenti ai minori.

Nella definizione erano citati il principio di pari opportunità ed il principio di non discriminazione, ma si rileva l’assenza dei profili di  genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico.

Nella giornata  del 15 settembre 2016  la  Camera ha rivisto, grazie alla preziosa attività di alcuni deputati,  la definizione di bullismo  contenuta del disegno di legge  e ha apportato rilevanti modifiche per bullismo ” si intende l’aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, a danno di una o più vittime percepite come più vulnerabili al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, timore, o di isolamento ed emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio e all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale, la disabilita’, l’aspetto fisico, le condizioni personali e sociali della vittima

L’approdo ad una definizione di bullismo costituisce  un primo buon segnale di partenza ma la strada è  ancora tutta in salita:  a differenza che  negli altri paesi moderni in Italia nelle regolamentazione dei fenomeni  sociali non si parte dall’analisi dei dati, delle ricerche, degli studi ma si resta ostaggio delle onde emotive suscitate da eventi  e fatti di cronaca di suicidi di adulti dovuti alla  diffusione di immagini on line di carattere sessuale: eventi gravi ma che non c’entrano nulla con il cyberbullismo e che rientrano  nelle fattispecie previsti dai  reati di diffamazione aggravata; istigazione al suicidio,  trattamento illecito di dati personali.

Il bullismo su può prevenire e combattere ma con una strategia complessiva  e con il coinvolgimento dei diversi attori della comunità (Università, Tribunale dei Minorenni, Ordine degli psicologi, assistenti sociali)  e dei ragazzi (2 su tre) che secondo i dati Censis assistono almeno una volta al mese ad episodi di bullismo ai danni di altri ragazzi. Proporremo  in queste ore ed entro martedì prossimo ai deputati  ulteriori emendamenti al fine di migliorare il testo e tornare a tutelare i nostri ragazzi attraverso percorsi di etica, cittadinanza digitale e non attraverso la previsione di reati destinati ad aumentare il contenzioso la confusione e  produrre qualche twitter.

“Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”.

Bertolt Brecht

 

 

 

 

Droni : vademecum e prontuario del Ministero dell’Interno per le forze di polizia

Vademecum e prontuario sanzioni sui droni

Come anticipato durante il convegno “Le sfide giuridiche della robotica di servizio: sicurezza, trattamento dati, diritti e responsabilità” svoltosi in data 11 maggio 2015 presso il Campus Einaudi di Torino,  il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha emanato il 30 aprile 2015  un  vademecum e prontuario sanzioni sui droni (areomobili a pilotaggio remoto) , dispositivi sempre più utilizzati per la ricerca.
Il Vademecum è finalizzato alla formazione  del personale delle forze di polizia, mentre il prontuario  è stato redatto per  agevolare, nel caso di violazioni, l’applicazione delle sanzioni. wpd
Si osserva che i due testi sono anteriori alle ultime novità regolamentari interne in corso di pubblicazione  (la nuova edizione aggiornata del regolamento Enac previsto per giugno 2015) ma costituiscono un punto di partenza informativo importante per una maggiore consapevolezza sulle caratteristiche, regole di utilizzo dei droni. Link al vademecum e prontuario.

Approvato in Senato il disegno di legge in materia di cyberbullismo

Il Senato ha approvato il Ddl 1261 in materia di cyberbullismo

Come anticipato nei seminari e convegni della nostra associazione, prosegue spedito il cammino del disegno di legge  Ddl 1261 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”  che è stato approvato in data 20 maggio 2015 dal Senato. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera.

La senatrice piemontese prof.ssa Elena Ferrara (Pd), prima firmataria del Ddl, nella dichiarazione di voto al Senato  ha rappresentato la complessità di tale fenomeno che interseca tanti saperi: psicologia evolutiva e psichiatria, sociologia, scienze dell’educazione e della comunicazione, filosofia e ovviamente il diritto.  Il cyberbullismo di per sé non è un reato, ma le azioni che lo caratterizzano possono essere penalmente perseguibili, quali ad esempio  minacce, diffamazione, furto d’identità.  Emerge la mancanza di adeguata formazione, prevenzione e misure concrete. La presente legge si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del  cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela ai minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti.
Il fenomeno pone la questione giuridica su un piano rieducativo, coerente con le procedure attivate dai servizi di giustizia minorile, in linea con i principi ribaditi dal Garante per l’Infanzia. bully

Un intervento strutturato ed esteso a tutto il territorio nazionale è stato individuato dalle Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, presentato dal Ministro dell’istruzione in aprile e per  il quale sono previste opportune risorse.  Emerge chiaramente la necessità di sostenere la formazione del personale scolastico. Le indagini e le esperienze educative condotte in questi anni in Italia e in Europa hanno evidenziato questa esigenza ed offerto una pluralità di modelli di intervento (per esempio attività di peer education).

Il Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino, attivo anche sulla tematica del cyberbullismo, ha inviato nel mese scorso  un sintetico contributo per la disamina del testo del disegno di legge, con alcuni rilievi ed osservazioni migliorative.

Cosa si intende per cyberbullismo?

“Per «cyber-bullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un  serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”

Principali  novità contenute nell’articolato:
–    Rafforzamento del ruolo dell’educazione nelle scuole e della formazione;
–    Potenziamento del ruolo della polizia postale;
–    Ammonimento verbale del questore ai minori ultraquattordicenni, responsabili di atti di cyberbullismo,  al fine di renderli consapevoli del disvalore e del carattere lesivo dei propri gesti, per evitare che siano sottoposti a un processo penale;
–    I minori ultraquattordinenni , oltre ai genitori o ai soggetti  esercenti la responsabilità del minore, potranno richiedere al titolare del trattamento dei dati o al gestore del sito l’oscuramento, la rimozione o il blocco  del materiale lesivo;
–   In caso di mancato accoglimento della richiesta entro le  12 ore successive al ricevimento dell’istanza, e in ogni caso se entro 48 ore non si sarà provveduto all’oscuramento, rimozione o al blocco del  materiale lesivo , l’interessato potrà rivolgersi al Garante della Privacy, che interverrà entro le successive 48 ore.

Testo del Ddl 1261 approvato al Senato il 20 maggio 2015

Contributo alla bozza di regolamento Enac sui droni

Commenti alla bozza di regolamento Enac Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto Ed.2 – 20 aprile 2015

L’associazione Centro Studi di informatica Giuridica di Ivrea-Torino  e l’associazione Unione Avvocati Europei (UAE), hanno partecipato alla consultazione pubblica promossa da Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ad oggetto: la bozza di regolamento Enac – Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto. Tale iniziativa è pregevole in quanto  accompagna gli operatori ed i cittadini negli adempimenti in materia di droni, un settore in enorme sviluppo. drone

Csig Ivrea-Torino e UAE hanno partecipato anche alla precedente consultazione dell’Enac in materia, con parere del 26 luglio 2014.

Il testo integrale dei commenti presentati congiuntamente da Cisg Ivrea-Torino e UAE è consultabile al seguente link.

 

 

Le nuove linee guida sul bullismo e cyberbullismo

 Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo

Il Ministro dell’Istruzione Giannini ha presentato, il 13 aprile 2015 a Roma, le nuove linee guida nazionali di orientamento per conoscere, prevenire e contrastare il bullismo ed il cyberbullismo.
Il documento,  consultabile a questo link, si rivolge a scuole, famiglie, studenti, professori, dirigenti e personale scolastico, e costituisce uno strumento prezioso:
– per aumentare la consapevolezza di tutti gli attori della filiera sulle potenzialità e sui rischi dell’utilizzo di Internet
– per costruire reti territoriali e scambiarsi best practice.

Il documento contiene alcuni spunti positivi ed innovativi:
il riconoscimento dell’importanza della cultura delle pari opportunità, la diversità come risorsa, la visione più consapevole e aperta della rete e degli strumenti social media, il coinvolgimento diretto dei ragazzi attraverso la peer education, l’obbligo di formazione per gli operatori scolastici, l’individuazione di una governance di prevenzione e contrasto del fenomeno attraverso la previsione in loco degli Osservatori regionali dei centri territoriali di supporto (CTS), istituiti nell’ambito del Progetto “Nuove tecnologie e Disabilità” dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il Miur e collocati, a livello provinciale, sia presso scuole Polo sia nelle loro articolazioni territoriali.

Il documento conferma altresì la centralità delle scuole ed illustra le principali iniziative per contrastare il fenomeno:
– offrire lezioni di web sicuro all’interno di specifici moduli didattici da inserire nel piano dell’offerta formativa;
– aggiornare il regolamento scolastico con una sezione dedicata all’uso degli smartphone e di altri dispositivi elettronici;
– comunicare agli studenti e alle loro famiglie le sanzioni previste dal regolamento di istituto nei casi di bullismo, cyberbullismo e navigazione on line;
– prevedere dei percorsi di formazione tenuti dagli esperti rivolti a genitori sulle problematiche del bullismo e cyber bullismo impostati anche sull’analisi dei bisogni;
– ideare e realizzare campagne pubblicitarie attraverso messaggi video e locandine informative;
– creare sul sito web della scuola una sezione dedicata ai temi del bullismo e/o cyberbullismo in cui inserire uno spazio riservato alle comunicazioni scuola-famiglia e una chat dedicata gestita dagli studenti, eventualmente attraverso i loro rappresentanti;
– aprire uno sportello di ascolto on line e/o face to face presso ciascuna scuola sede di CTS;
– utilizzare procedure codificate per segnalare alle famiglie, enti e/o organismi competenti i comportamenti a rischio;
– valorizzare il ruolo del personale scolastico e, in particolare, degli assistenti tecnici al fine di un utilizzo sicuro di Internet a scuola.

Le linee guida costituiscono una tappa importante per ottimizzare le risorse che sono stanziati in materia (2 milioni di euro secondo il Ministro) e per uniformare gli interventi in vista dell’approvazione del disegno di legge in materia, promosso dalla senatrice Prof.ssa Elena Ferrara (disegno di legge n. 1261 del 2014, sul quale la nostra associazione Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino ha inviato alcuni rilievi e osservazioni).

La scuola e i professori diventano motori dell’innovazione con una nuova complessa mission: guidare gli studenti verso la consapevolezza dei propri diritti e doveri di “cittadini digitali”.
Per fare questo occorre attivare:
– una riprogettazione di una formazione integrata ed interdisciplinare con approfondimenti sia sul piano psico-pedagogico e sia sulle nuove tecnologie (come i corsi organizzati dal CeSeDi di Torino – Centro Servizi Didattici – in sinergia con la nostra associazione)
– un nuovo patto educativo
– uno sforzo collettivo che favorisca l’ascolto, il dialogo e una nuova responsabilità anche da parte delle famiglie e dei ragazzi.

Csig e la consultazione ANAC sulla prevenzione della corruzione nelle partecipate dalla PA

Consultazione ANAC su schema di delibera «Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici»

L’associazione interdisciplinare senza finalità di lucro Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino,  in collaborazione con il Comitato AICQ Qualità del software e dei Servizi ICT, ha partecipato alla consultazione in oggetto indetta dall’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione.

La direttiva costituisce un prezioso strumento finalizzato a rafforzare i presidi di controllo e contrasto a fenomeni lesivi dell’interesse pubblico e della corretta gestione delle risorse nelle società e negli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amminisrazioni.man

In ottica migliorativa, sono state proposte note e modifiche nelle sezioni rubricate:

  • 2.1.1. “Piano triennale di prevenione della corruzione
  • 2.1.2 “Responsabile della prevenzione della corruzione
  • 2.1.3. “La trasparenza
  • Allegato 1) 6) “Bilancio (art. 29, d.lgs. 33/2013)

Il testo integrale del contributo inviato da Csig Ivrea-Torino è consultabile al seguente link.

Contributo Csig alla bozza sulle Linee guida in materia di whistleblower

Contributo alla bozza sulle Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti (c.d. whistleblower)

L’associazione interdisciplinare senza finalità di lucro Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea Torino ha partecipato alla consultazione indetta dall’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione, relativamente alle Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti. La bozza in esame costituisce un importante tentativo di regolamentazione uniforme e unitaria dei soggetti che segnalano gli illeciti nelle more di un intervento normativo in materia.

La finalità del documento in esame è quella di incentivare la collaborazione di chi lavora nelle PA a denunciare gli illeciti al fine dell’emersione dei fenomeni corruttivi.

whistleblowerIn tale ottica sono state inviate osservazioni relativamente:

all’ambito di applicazione

alle condizioni per la tutela

alla procedura, inclusi ruoli e fasi della stessa

all’oggetto della segnalazione

Il testo integrale del contributo inviato da Csig Ivrea-Torino è consultabile al seguente link.

Ciclo di seminari sul cyberbullismo

Ciclo di seminari organizzato dal CeSeDi in collaborazione con Csig Ivrea-Torino

Nel mese di marzo, presso la sede del CeSeDi (Centro Servizi Didattici), in Via Gaudenzio Ferrari 1 a Torino, si svolgerà un corso di formazione docenti dal titolo:

“Cyberbullismo nell’era della social media education”

seminaricyberbullismo

Programma degli incontri:

  • Mercoledì   4 marzo 2015 ore 15.00 – 18.00  – Identità, dati e cyberbullismo nei nativi digitali
  • Mercoledì 11 marzo 2015 ore 15.00 – 18.00 – Social media education e cyberbullismo
  • Mercoledì 18 marzo 2015 ore 15.00 – 18.00 – Responsabilità dei ragazzi, dei genitori e dei docenti nel cyberbullismo

Per il programma dettagliato degli incontri e per i nominativi dei relatori consultare il seguente link

Prof. Ugo Pagallo: Il diritto nell’età dell’informazione

Il diritto nell’età dell’informazione – Il riposizionamento tecnologico degli ordinamenti giuridici tra complessità sociale, lotta per il potere e tutela dei diritti.

Giappichelli Editore – Collana di informatica giuridica Digitalica.

Segnaliamo con grande piacere l’ultimo libro del Prof. Ugo Pagallo, ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Torino, nonché membro del Comitato scientifico della nostra associazione Csig Ivrea-Torino; si tratta di un’opera distribuita con Licenza Creative Commons. Attribuzione – non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Per scaricare il testo occorre registrarsi al sito dell’editore.

Abstract:

Fin dall’inizio della storia, le società umane hanno fatto uso delle tecnologie dell’informazione e pagallocomunicazione (ICT); a partire dalla fondamentale, la scrittura. Per la prima volta nella storia dell’umanità, le società contemporanee dipendono tuttavia dalle ICT e, in generale, dall’informazione come propria risorsa vitale. Il presente volume spiega come i sistemi giuridici siano venuti riposizionandosi di fronte alle profonde trasformazioni in atto. Ciò vale sia riguardo alle autorità che ai fattori di produzione normativa dell’ordinamento, come anche all’intento di reagire alle sfide della rivoluzione tecnologica con le armi stesse della tecnologia. Un esempio di scuola per cogliere questo mutamento in termini di governance, fonti del diritto e design normativo e istituzionale, è dato dalla protezione dei dati personali e con la tutela della privacy. Il diritto nell’età dell’informazione non è infatti che l’interfaccia che media queste due sfere: una nuova dipendenza tecnologica che innesca un’inedita interdipendenza sistemica.

 

Contributo Csig alla consultazione online sulla violenza di genere

Contributo CSIG Ivrea-Torino alla consultazione promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità

Csig, Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino, nella persona del presidente Avv. Mauro Alovisio, ha partecipato alla consultazione online sulla violenza di genere, promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità.

consultazione violenza di genere

Riportiamo di seguito il contributo:

Domanda: quali fonti di dati, in aggiunta a quelli forniti dalle amministrazioni giudiziarie e sanitarie, dal servizio “1522” (numero di pubblica utilità contro la violenza di genere e lo stalking), dalle Forze dell’ordine e dai Centri antiviolenza, sono da considerare utili ai fini della costituzione della suddetta “Banca dati”?

Risposta: L’acquisizione dei dati sulle violenze di genere costituisce una tappa fondamentale per interpretare, comprendere, prevenire e contrastare il fenomeno.

Occorrerebbe disporre, nel rigoroso rispetto della normativa privacy, di dati aggiornati, interoperabili ed in open data e stipulare, a tal fine, protocolli di intesa con Università, Centri di ricerca per individuare anche le migliori best practice a livello nazionale, europeo e mondiale.

Occorrerebbe focalizzare gli sforzi sui dati raccolti dai Nuclei di prossimità della polizia municipale, della Polizia postale, Prefettura e dei Centri Antiviolenza, Ordini professionali, CUG e consiglieri di fiducia e approfondire i profili su dove e in quale contesto si siano verificati gli episodi di violenza di genere e quale sia il profilo sociologico degli autori delle violenze.

consultazione violenza genere1

Occorre inoltre fare sistema con tutte le associazioni del Terzo settore particolarmente attive sulle tematiche della violenza di genere.

Si ritiene strategico pubblicare, in un’ottica di trasparenza, anche i dati sui finanziamenti e sui Centri Antiviolenza.

Mauro Alovisio, presidente associazione Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea Torino