Codice Amministrazione Digitale-CAD

Il CAD e il software open source
Dal giorno 12/08/2012 è entrato in vigore il nuovo articolo 68 del Codice  di Amministrazione Digitale modificato dal governo Monti che fa si che il software libero diventi la norma nella Pubblica Amministrazione:
Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilita’ di accedere a soluzioni open source o gia’ sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, e’ consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma e’ effettuata secondo le modalita’ e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresi’ parere circa il loro rispetto.
Dunque solo nel caso sia impossibile utilizzare del software libero le Pubbliche Amministrazioni sono autorizzate ad usare soluzioni proprietarie. Questo è un grande passo in avanti non solo dal punto di vista etico ma anche dal punto di vista economico visto che nella maggior parte dei casi il software libero è anche gratuito, oppure comporta costi di licenza e manutenzione con un rapporto qualità/prezzo più vantaggioso.
CAD – Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82

Testo vigente al 12/08/2012

Testo redatto al solo fine di facilitare la lettura del Codice dell’amministrazione digitale a seguito delle modifiche ed integrazioni introdotte dal decreto-legge 22 giugno 2012 n. 83 e 6 luglio 2012 n 95 (convertiti con modificazioni, rispettivamente, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134 e L. 7 agosto 2012, n. 135).

Articolo 68

Analisi comparativa delle soluzioni.
1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto; 
d) software combinazione delle precedenti soluzioni.
Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilità di accedere a soluzioni open source o già sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, è consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma è effettuata secondo le modalità e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì parere circa il loro rispetto.(191)

Wi-Fi aperto Regione Piemonte

WI-FI senza autenticazione – Torino prima città in italia

Legge regionale n.5 del 22 aprile 2011

Interventi a sostegno della realizzazione di servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e aperti

Mercoledì 27 giugno presso il Palazzo della Giunta Regionale in Piazza Castello a Torino si è tenuta una Conferenza Stampa per annunciare la disponibilità dei punti di accesso Wi-Fi libero (senza autenticazione) in alcune zone del Centro di Torino. Alla conferenza erano presenti l’Assessore Massimo Giordano, il Vice Presidente del Consiglio regionale Roberto Placido, il Direttore regionale all’Innovazione Roberto Moriondo.Durante la conferenza stampa, Roberto Placido, relatore e primo firmatario della normativa sul wi-fi, ha ringraziato di fronte alle telecamere i soggetti che hanno partecipato alla consultazione on line della legge regionale (L.R. 22 aprile 2011 n. 5 “Interventi a sostegno della realizzazione di servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e aperti”) e ha citato il contributo dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico, del Centro di ricerca su internet e società e dei vari soggetti che hanno contributo alla realizzazione del progetto (tra cui CSI, CSP e l’ associazione Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea e Torino).Durante l’incontro è stato verificato in diretta che è possibile fruire del “WI-FI Libero” con dispositivi mobili (tavolette, ebook, telefonini, portatili) non soltanto all’interno del Palazzo della Giunta regionale, ma anche all’esterno, nella maggior parte della Piazza Castello. Il servizio Wi-Fi è gratuito e non ha alcun limite di tempo. Soprattutto è aperto: offre cioè la possibilità di navigare in internet senza l’autenticazione preventiva dell’utente che si collega alla rete (includendo quindi turisti e/o studenti stranieri) e viene reso disponibile presso tutte le sedi della Regione Piemonte con un raggio di copertura che abbraccia le strade adiacenti, come per esempio corso Regina Margherita e Rondò della Forca.Si tratta del primo caso in Italia e pone il Piemonte in Europa: secondo il relatore Roberto Placido, la legge regionale ha il merito di superare il precedente regime di chiusura imposto dal Decreto Pisanu,  che richiedeva una onerosa e complessa procedura di autenticazione e identificazione del soggetto giuridico, prima di consentire l’accesso alla rete.La scelta del Wi-Fi libero costituisce, infatti, la misura della apertura di un Paese e può produrre, abilitando altre scelte politiche strategiche di innovazione digitale, un sostanziale incremento del PIL.E’ stato sottolineato che la legge è stata approvata all’unanimità (con il voto di tutte le forze politiche: Pd, Forza Italia, Lega, Movimento 5 stelle) ed è finalizzata a garantire l’accesso a tutti e a rimuovere gli ostacoli che limitano la conoscenza e determinano una discriminazione sul piano sociale, economico e culturale. La disponibilità di punti di accesso libero può contribuire a rendere più competitivo il territorio piemontese e portare le amministrazioni pubbliche a diventare più vicine ai bisogni dei cittadini digitali.Il Consigliere regionale, infine, ha confermato che sarà emanato a breve un bando per progetti wi-fi per Comuni, enti pubblici, biblioteche, associazioni, locali dal previsto importo di 500.000 euro.
Durante la conferenza stampa è stato rilasciato un sintetico comunicato stampa nel quale è specificato che la connettività necessaria all’erogazione del servizio wi-fi è fornita dal Csi Piemonte, che è in possesso di un’autorizzazione generale per servizio di installazione e fornitura di una rete pubblica di comunicazione elettronica.

Il Wi-Fi libero costituisce una pietra miliare dell’innovazione: non è una iniziativa estemporanea, ma si colloca in un processo di riconoscimento di diritti di cittadinanza digitale e costituisce pertanto una pietra miliare per i servizi di cittadinanza digitale. Sebbene per ora il wi-fi sia fruibile solo nei pressi dei palazzi della Regione Piemonte, speriamo che il “contagio wi-fi” si propaghi nelle stazioni ferroviarie, nella metro, in aereoporto, e presso tutti parchi, scuole, ospedali e università.

È importante pertanto pubblicizzare questa iniziativa e diffondere le best practice di allargamento dei diritti di cittadinanza digitale: per turisti, cittadini e imprese, la disponibilità di punti di accesso libero a internet costituisce una prima ottima e incoraggiante notizia.